Le fibre alimentari - Sifa Formazione

Le fibre alimentari

Le fibre alimentari
14 Luglio 2020 Sifa-Formazione
In Blog, Nutrizione
Le fibre alimentari, poiché non vengono digerite e non possono essere assorbite, non sono disponibili dal punto di vista nutrizionale, non rappresentano un substrato energetico e, quindi, non forniscono energia al nostro organismo.
Tuttavia, affermare in modo assoluto che le fibre alimentari non sono nutrizionalmente disponibili non e’ del tutto corretto in quanto alcune sostanze classificate come fibra vengono aggredite dalla microflora normalmente presente nel colon (i batteri saprofiti che concorrono favorevolmente a migliorare il nostro stato di salute) che e’ capace, sia pure solo parzialmente, di digerirle e di fermentarle.
I prodotti vegetali contengono differenti tipi di fibre alimentari (lignina , cellulosa, polisaccaridi, non cellulosici, come ad esempio l’emicellulosa e le sostanze pectiniche), alcune delle quali costituiscono, insieme a composti di tipo proteico e lipidico (come ad esempio le cere), le componenti strutturali delle pareti delle loro cellule, mentre altre (pectine, gomme, mucillagini, cellulosa modificata, polisaccaridi delle alghe, come ad esempio l’agar e la carragenina), invece, sono componenti non strutturali, presenti in natura o utilizzate come additivi per la preparazione dei cibi.
Le fibre alimentari vengono classificate sulla base delle loro caratteristiche chimiche e fisiche, in particolare in funzione del loro comportamento (solubilità o no) rispetto all’acqua. Le fibre insolubili (cellulosa, lignina ed emicellulosa), resistono all’azione degli enzimi digestivi, si mescolano alle feci e, poiché si idratano assai poco, accrescono il volume della massa fecale, rendendola piu’ morbida e omogenea. Al contrario, le fibre idrosolubili (pectine, gomme, mucillagini, guar gum, oligosaccaridi) per la loro caratteristica di assorbire acqua si rigonfiano e si trasformano in una massa gelatinosa e per questo motivo vengono chiamate anche ‘gel forming’.
Attraverso una corretta alimentazione non è difficile garantire un buon apporto di fibra, ma quando nella dieta abituale si consumano pochi alimenti di origine vegetale allora è probabile che l’apporto di fibra sia insufficiente. Le maggiori organizzazioni scientifiche sono concordi nel consigliare un consumo di circa 30g/die di fibra per la popolazione adulta, con un rapporto 3:1 tra frazione solubile e insolubile, mentre per l’età pediatrica l’indicazione (grammi di fibra al giorno ) corrisponde ad un intervallo pari all’età anagrafica (anni) maggiorata di piu’ 5 o 10; in alternativa si consiglia un consumo di fibra pari a 0,5g/kg p.c./die.
Gli effetti fisiologici delle fibre alimentari sono, come detto, molteplici e possono essere distinti in effetti di tipo funzionale e metabolico, in dipendenza del fatto che siano prevalenti a carico della funzionalità intestinale o dell’assorbimento dei nutrienti; in entrambi i casi si determinano le condizioni per un miglioramento dello stato di salute.
In linea generale possiamo dire che le fibre insolubili svolgono un’azione di tipo prevalentemente gastroenterico (regolazione dell’alvo), mentre quelle solubili prevalentemente metabolico (influenza favorevole sul metabolismo glucidico e lipidico e sull’obesità). La fibra, come detto, migliora la funzionalità intestinale contribuendo a ridurre la stitichezza e a prevenire la formazione di diverticoli (diverticlosi intestinale); inoltre, un maggiore consumo di fibra sembra essere associato ad una minore frequenza di tumori del colon e del retto.
Per quanto riguarda, invece, gli effetti metabolici, il consumo di adeguate quantità di fibra solubile riduce la possibilità di azione degli enzimi digestivi, diminuisce il tempo e la superficie di contatto tra nutriente e cellule della parete intestinale, modula l’assorbimento di carboidrati, lipidi e altri nutrienti, contribuendo ad un maggior controllo soprattutto della glicemia, effetto particolarmente importante nei soggetti diabetici, e dei vari parametri metabolici (lipemia, colesterolemia, trigliceridemia, insulinemia, ecc.) che spesso risultano alterati per effetto di un’alimentazione abbondante e ricca di grassi.
È bene ricordare, tuttavia, che solo il consumo di quantitativi molto elevati di fibra potrebbe ridurre l’assorbimento di alcune vitamine e di alcuni minerali, in particolare ferro, calcio e zinco, mentre normalmente non si verificano condizioni di malassorbimento quando il consumo di fibra corrisponde alle quantità raccomandate.

Dott. Fabrizio D’Agostino

Chinesiologo
Biologo Nutrizionista
Master in Medicina cellulare
Master in dietetica e medicina dello sport

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