Il selenio: perché è importante
Il selenio è un oligoelemento essenziale per l’organismo umano in quanto mediatore di una
serie di processi finalizzati all’eliminazione dei radicali liberi e alla protezione delle cellule
dal danno ossidativo.
Dunque, esso agisce come un vero e proprio antiossidante naturale, con un ruolo nella
prevenzione dell’invecchiamento e delle malattie ad esso correlate.
La quantità di selenio fisiologicamente contenuta nell’organismo varia da 3 a 30 mg; essa è
bastevole a garantire la normale funzionalità di alcuni enzimi definiti selenoproteine, proprio
a causa della loro dipendenza da tale minerale.
Ad oggi sono state identificate circa 25 diverse selenoproteine umane, la maggior parte
delle quali sembra avere un ruolo antiossidante: ad esempio, esse agiscono da cofattori per
uno dei più importanti enzimi “anti-invecchiamento”, ovvero la glutatione perossidasi.
Di estrema importanza è anche il ruolo del selenio nel supportare la funzionalità tiroidea:
esso infatti è necessario alla trasformazione della tiroxina (T4) nella forma attiva
triiodotironina (T3).
Dove si trova
La principale fonte di selenio per l’uomo è senza dubbio l’alimentazione.
Fonti naturali di tale minerale sono il fegato, il pesce (soprattutto tonno a pinna gialla,
vongole, sardine e gamberi), il latte, le noci (specie quelle del Brasile), le arachidi, la frutta, i
vegetali (in particolare funghi, sedano, pomodoro), il riso, l’orzo e la carne.
In particolare, per quel che riguarda i vegetali però, la concentrazione di selenio è
strettamente legata alla quantità presente nel terreno e può variare significativamente a
seconda della zona geografica in cui essi vengono coltivati.
Il fabbisogno giornaliero di selenio varia con l’età; per la popolazione adulta, l’apporto
adeguato si attesta sui 55 microgrammi al giorno, quantità che deve essere aumentata fino
a 60 e 70 microgrammi in caso di gravidanza e allattamento.
Una sua carenza può ridurre la funzionalità dei muscoli scheletrici, interferire con la
produzione dei globuli rossi, modificare la pigmentazione di pelle e capelli e aumentare la
fragilità delle unghie. Inoltre, è stato visto che apporti inadeguati possono predisporre allo
sviluppo di malattie, se esse sono in concomitanze a stress aggiuntivi come infezioni virali,
possono essere associati a infertilità maschile e possono peggiorare le conseguenze della
carenza di iodio.
Il mantenimento della forza muscolare: lo studio inglese
Una bassa assunzione di selenio è estremamente comune nella popolazione anziana: gli
over 70 infatti solitamente riducono gli apporti energetici, tendono a variare poco la loro
alimentazione e ad assumere una quota proteica piuttosto limitata.
Questi comportamenti li espongono chiaramente a stati carenziali.
A tal proposito, un recentissimo studio pubblicato su Nutrients ha indagato il ruolo del
selenio nel mantenimento della forza muscolare durante l’invecchiamento.
I ricercatori hanno valutato le assunzioni alimentari di 791 partecipanti over 85 e per 5 anni
hanno misurato periodicamente la loro forza muscolare mediante due test. Il primo
indagava la forza della presa della mano (HGS, hand grip strenght); il secondo era invece un
test a tempo (TUG, timed-up-and-go) e aveva l’obiettivo di valutare la capacità dei soggetti
di alzarsi da una sedia, camminare e poi tornare seduti nel più breve tempo possibile.
Le assunzioni più basse di selenio (below LRNI) coincidevano con valori più bassi di HGS
(Fig.1, A); allo stesso modo, assunzioni inferiori di selenio erano associate ad un aumento
del TUG (Fig. 1, B).
Fig. 1: Valori medi di forza della presa della mano (HGS) (A) e del test a tempo (TUG) (B) nell’arco di 5
anni, divisi per l’assunzione di selenio.
Conclusioni
Il selenio è un oligoelemento essenziale, la cui assunzione è spesso sottovalutata, in
particolar modo nella popolazione anziana, per la quale potrebbe essere valutata
un’opportuna integrazione.
Studi dimostrano come una bassa assunzione del minerale sia associata ad una forza
muscoloscheletrica più scarsa; tuttavia ancora non sono stati condotti studi in cui venissero
misurati i valori plasmatici di selenio e in cui l’assunzione dietetica dello stesso venisse
monitorata nel tempo.
Senz’altro quindi sono necessarie ulteriori ricerche in merito nei prossimi anni.
AUTORE
Dott. Fabrizio D’Agostino
- Laureato in Scienze Motorie
- Laureato in Biotecnologie per la salute
- Laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana
- Master in Dietetica Applicata allo Stile di Vita: dalla Sedentarietà all’Attività Sportiva
- Presidente della SIFA (Società Italiana Fitness e Alimentazione)
- Ideatore del software per l’allenamento Fitnessplay.net
- Ideatore del software nutrizionale Sifadieta.com
Bibliografia
Dietary Selenium Intakes and Musculoskeletal Function in Very Old Adults: Analysis of the
Newcastle 85+ Study, Perri G. et al., Nutrients, 2020
www.issalute.it
www.humanitas.it