Curcuma ipoglicemizzante: Benefici nel controllo glicemico

Curcuma: il nutraceutico che previene il diabete di tipo 2

Curcuma: il nutraceutico che previene il diabete di tipo 2
14 Luglio 2020 Sifa-Formazione
In Blog, Nutrizione

Introduzione

 

La Curcuma longa è una pianta perenne aromatica appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae. Le piante di questa famiglia sono ampiamente distribuite in tutta l’Asia, dove il suo rizoma è utilizzato nelle pratiche culinarie e nella medicina tradizionale. I costituenti attivi contenuti nei rizomi di C. longa sono i curcuminoidi:curcumina, dimetossi-curcumina, bis-dimetossi-curcumina.
La medicina tradizionale indiana rivendica l’uso del suo rizoma in polvere per importanti azioni fitoterapichedisturbi delle vie biliari, tosse, DIABETE, disturbi epatici, sinusiti.
In particolare è stato dimostrato che la curcumina ha proprietà diverse, quali antinfiammatoria, antitumorale, antiossidante ed ipoglicemizzante.
Focalizzando l’attenzione sull’effetto ipoglicemizzante, sono stati effettuati diversi studi in vitro e in vivo che lo dimostrano e che quindi permettono di affermare che la curcuma può essere utilizzata come supporto nella prevenzione del diabete di tipo 2.
Va ricordato che questo tipo di diabete si manifesta tipicamente in età matura a causa o di un deficit della secrezione di insulina o, per lamaggior parte, per insulino-resistenza; in entrambi i casi si parla di diabete non insulino-dipendente. Ciò comporta un aumento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia).
Alla base dell’insorgenza della malattia vi sono fattori ereditari ed ambientali e stile di vita.
Curcuma ed effetto ipoglicemizzante
La letteratura scientifica è ricca di studi che mostrano il potenziale nutraceutico della curcuma. Il suo effetto ipoglicemizzante è stato osservato sia in vitro, sia in vivo. Prendiamo in considerazione due studi in vivo: nell’animale e nell’uomo.
Nel primo caso è stato condotto uno studio su 30 ratti albini maschi divisi in cinque gruppi:
  • Controllo
  • Diabetici (STZ, streptozocina)
  • Diabetici infetti(S.aureus)
  • Diabetici trattati con C.longa(6 settimane)
  • Diabetici infetti trattati con C.longa
A questi sono stati monitorati tre parametri: effetti sul peso corporeo, glucosio nel siero ed NO (ossido nitrico) (Fig.1).
Curcuma ipoglicemizzante: Benefici nel controllo glicemico
Fig.1: valori riportati del peso corporeo, dei livelli di glucosio nel siero e NO rispettivamente nei cinque gruppi.
È possibile vedere come i gruppi trattati con la curcuma presentino un miglioramento dei valori presi in esame rispetto ai controlli.
Analogamente, è stata condotta un’indagine per dodici mesi su 240 soggetti considerati “pre-diabetici” sulla base delle linee guida dell’ADA  (American DiabetesAssociation) e sono stati monitorati i seguenti parametri:
  • Livelli di glucosio nel sangue a digiuno (FPG) tra 100 e 124 mg/dL
  • Test della tolleranza al glucosio (OGTT) tra 140 e 199 mg/dL
  • Emoglobina glicata (HbA1c) da 5.7 a 6.4%
Durante i primi tre mesi, i soggetti prediabetici vengono educati ad uno stile di vita sano.
Successivamente, a questi vengono somministrate alternativamente una capsula contenente Curcumina (250 mg) e una capsula placebo, monitorando ogni tre mesi parametri specifici.
Nella figura sottostante (Fig.2) vengono riportati i valori dei livelli di glucosio nel sangue e del test della tolleranza al glucosio.
In entrambi i casi durante tutto il periodo di indagine è stato possibile osservare una riduzione ponderale dei parametri nei soggetti trattati con curcumina rispetto a quelli non trattati.
Inoltre, si è visto un miglioramento dei valori di HbA1c (dati non riportati).
Curcuma ipoglicemizzante: Benefici nel controllo glicemico
(Fig. 2) Valori monitorati in 9 mesi di FPG e OGTT, differenza tra i trattati e i controlli.
Conclusioni
Dagli studi descritti è possibile dunque affermare che la curcuma ha una valenza nutraceutica, in quanto il suo effetto ipoglicemizzante gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione al diabete, se associata ad uno stile di vita sano.
È ottima in cucina per realizzare piatti originali e gustosi, ma per aumentarne la biodisponibilità si consiglia di abbinarla al pepe nero, qualora non ci fossero problemi ulteriori come quelli gastrointestinali.
Il binomio curcumina-piperina risulta, infatti, essere molto efficace. Ancor meglio, per godere a pieno dei suoi benefici è consumarla in capsule in quanto più concentrata.

 

 

Dott. Fabrizio D’Agostino

Cinesiologo
Biologo Nutrizionista
Master in Medicina cellulare
Master in dietetica e medicina dello sport

Comments (0)

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Call Now Button
Loghi pagamenti disponibili con Sifa