Statine e monacolina K a confronto - Sifa Formazione

Statine e monacolina K a confronto

Statine e monacolina K a confronto
14 Luglio 2020 Sifa-Formazione
In Blog, Nutrizione
Introduzione
Le malattie cardiovascolari (malattie ischemiche del cuore, come l’infarto acuto del miocardio e l’angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, come l’ictus ischemico ed emorragico) sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità in Italia.
Esse dipendono in parte da fattori di rischio non modificabili come età, sesso e familiarità, da fattori modificabili convenzionali legati a comportamenti e stili di vita quali: fumoabuso di alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà spesso a loro volta causa di diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, ma anche da fattori di rischio non convenzionali quali stress, infiammazione, disordine endocrino e disbiosi intestinale.
I valori in eccesso del colesterolo derivati dai diversi fattori di rischio portano a una condizione di ipercolesterolemia, la quale, appunto, può essere una delle cause di morte per malattie cardiovascolare.
Una corretta alimentazione e uno stile di vita attivo e sano possono già contribuire nel prevenire l’ipercolesterolemia e garantire livelli ottimali di colesterolo totale, HDL e LDL.
Quando la prevenzione, però, non è più sufficiente, si mira ad un trattamento specifico che può essere per mezzo di farmaci di sintesi o fitoterapici. Il meccanismo di azione di entrambi è il medesimo, hanno come sito bersaglio l’HMG-CoA reduttasi per inibire la sintesi del colesterolo (Fig.1).
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Fig.1: sintesi del colesterolo e sito bersaglio di inibizione
Statine
Convenzionalmente, ai soggetti che presentano dei valori di colesterolo a rischio, vengono somministrate delle statine, ovvero farmaci di sintesi in grado di innescare un meccanismo a feedback negativo, bloccando la reazione catalizzata dall’idrossi-metilglutaril-CoA reduttasi che inattiva la sintesi del mevalonato.
Il meccanismo di azione delle statine presenta dei pro e dei contro.
Nel primo caso la letteratura scientifica mostra come effettivamente la loro somministrazione porti a una riduzione dei livelli del colesterolo totale ematico, ma non solo. È stato visto come queste abbiano effetti positivi sulla riduzione dei lipidi, sulla funzione dell’endotelio, effetti antiinfiammatori riducendo il marker della proteina C reattiva (CRP).
La CRP è prodotta dal fegato dalle cosiddette proteine di fase acuta generate durante uno stato infiammatorio.
Ancora: effetti immunomodulatori, riducendo l’espressione molecole di adesione cellulare sui leucociti e sulle cellule endoteliali portando a compromissione dell’adesione cellulare e migrazione a zone infiammate ed effetti antitrombotici.
Nel secondo caso, però è stato visto come le statine abbiano degli effetti collaterali importanti e da non sottovalutare come l’insorgenza delle miopatie, affezioni muscolari primitive causate da una alterazione strutturale e funzionale delle fibre muscolari, o rabdiomiolisi.
Quest’ultima indica un grave danno al muscolo scheletrico con conseguente rilascio in circolo di mioglobina (causa di insufficienza renale), calcio, creatina, potassio ed acido urico. Inoltre, trial clinici hanno evidenziato l’insorgenza di diabete, aumento della pressione sanguigna e perdita di memoria a seguito del consumo di statine.
Riso rosso fermentato & Monacolina K
Per far fronte agli effetti collaterali causati dalle statine, è possibile ricorrere a fitoterapici come il riso rosso fermentato a base di monacolina K, il quale, mediante azione sinergica con probiotici può abbassare i livelli di colesterolo elevato.
Il riso rosso fermentato è un alimento introdotto in Cina dalla dinastia Tang (800 a.c.) e successivamente riconosciuto dalla farmacopea cinese sotto la dinastia Ming (1368-1644) come alimento in grado di portare beneficio alla salute dell’uomo.
Oggi, a seguito di numerosi studi scientifici si trovano sul mercato molti integratori alimentari a base di riso rosso fermentato.
La fermentazione del riso (Oryza sativa) si ottiene in presenza del fungo Monascus purpureus, tradizionalmente impiegato in Cina da millenni per la produzione del vino rosso. Il riso fermentato assume una colorazione rossa in seguito alla produzione dei vari pigmenti da parte del fungo tra i quali la monascorubramina e la rubropunctamina.
L’impiego di ceppi selezionati come il Monascus purpureus è in grado di produrre elevate concentrazioni della statina naturale monacolina k (Fig.2).
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Fig.2: struttura monacolina K
La monacolina k è stata scoperta nel 1979 dal professor Akira Endo dell’Università di Tokio, il quale evidenziò le spiccate proprietà ipocolesterolemizzanti di questo metabolita.
Come già accennato, infatti, esso svolge un’attività inibitoria nei confronti dell’enzima HMG-CoA reduttasi (3-idrossi-3-metilglutaril Coenzima A reduttasi), responsabile della trasformazione dell’idrossimetilglutaril-coenzima-A in acido mevalonico tra le prime tappe biosintetiche del colesterolo endogeno.
Successivamente, è stata stabilita l’identità tra monacolina k e lovastatina ovvero il precursore di un’intera gamma di farmaci: le statine, tutt’ora utilizzate nel trattamento delle dislipidemie.
Nonostante l’analogia strutturale, monacolina e lovastatina hanno profilo farmacocinetico e biodisponibilità differenti. Questo in parte può essere dovuto al fatto che la lovastatina è somministrata come singolo principio attivo (e come tale ha una biodisponibilità per via orale di circa il 30%), mentre la monacolina K è solo uno dei componenti del riso rosso fermentato e gli altri componenti possono modificarne la biodisponibilità.
Un altro aspetto importante che enfatizza le differenze di farmacocinetica (e quindi di efficacia) fra lovastatina e monacolina K riguarda la struttura chimica di quest’ultima: il rapporto fra lattone e forma acida varia molto, essendo la forma acida quella più attiva e meglio assorbita. La forma acida può variare in concentrazione fra il 5% e il 100% della monacolina K, influenzando quindi enormemente biodisponibilità ed efficacia dei singoli estratti. L’apertura dell’anello lattonico può avvenire in condizioni alcaline o per via enzimatica nell’intestino o a livello epatico.
L’effetto ipolipemizzante del riso rosso fermentato è stato confermato da diversi studi clinici randomizzati e in doppio cieco.
La ragione per cui la riduzione osservata nei livelli di colesterolo LDL sia comparabile con statine e dosi non equivalenti (nettamente inferiori per potenza teorica) di monacolina K è ancora poco chiara.
Probabilmente per azione sinergica di fitoestratti contenuti negli integratori, oppure è possibile che alcune monacoline “non-K” e alcuni componenti non statinici contenuti negli estratti di riso rosso fermentato possano in qualche modo potenziare l’effetto della monacolina K. Il riso rosso fermentato non riduce solo la colesterolemia, ma anche i livelli plasmatici di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP), marcatore validato di infiammazione vascolare e fattore di rischio per malattie cardiovascolari.
L’EFSA (European Food Safety Authority) ha avallato un chiaro “claim” salutistico circa l’effetto della monacolina k, stabilendo dei dati di tollerabilità: la quantità limitata di monacolina k è di 10 mg per dose giornaliera, la dose più attiva commercializzabile.
Conclusioni
I farmaci di sintesi come le statine e gli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato hanno entrambi un’azione ipocolesterolemizzante. Come descritto le prime apportano effetti collaterali dimostrati, per cui è bene, laddove possibile, supportare con fitoterapici per far fronte alle complicanze o come trattamento preventivo.

 

 

Dott. Fabrizio D’Agostino

Cinesiologo
Biologo Nutrizionista
Master in Medicina cellulare
Master in dietetica e medicina dello sport

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