Lo sviluppo economico e la globalizzazione hanno aumentato fortemente il consumo di carne
rossa e pesce nella popolazione.
Nel mondo, tra il 1961 e il 2013, la quantità di carne disponibile per il consumo pro capite è quasi
raddoppiata: da 23 chilogrammi si è passati a 43 chilogrammi a persona ogni anno.
La ricerca scientifica su dieta, alimentazione, attività fisica e rischio di cancro si è ovviamente
adattata a questo trend.
Il panel di esperti del WCRF (World Cancer Research Fund) infatti indaga costantemente a
proposito delle relazioni causali esistenti fra il consumo di prodotti animali e lo sviluppo di cancro.
In generale, le evidenze mostrano come le persone che consumano più carne rossa e processata
siano esposte ad un maggior rischio di cancro, specie al colon-retto (CRC).
Tali prodotti infatti vengono incasellati dal WCRF tra quelli con “Strong Evidence”, ovvero tra quelli
per i quali vi è un’evidenza abbastanza forte da supportare una relazione causale convincente e
tale da giustificare le raccomandazioni per ridurre il rischio di cancro.
Mentre però per la carne processata l’evidenza è così solida da rendere improbabile una
modificazione futura (“Convincing Strong Evidence”), per la carne rossa questo non accade e si
parla infatti di “Probable Strong Evidence”.
Nel terzo report del WCRF del 2018 “Food, Nutrition, Physical Activity and Prevention of Cancer: a
Global Perspective” gli esperti hanno fatto una panoramica sugli studi epidemiologici a proposito
delle associazioni fra il consumo di carne e il rischio di tumore (Tab.1).
Tab.1: Riepilogo delle meta-analisi dose-risposta a proposito della correlazione tra assunzione di carne rossa e
rischio di cancro
I possibili meccanismi
Sono stati proposti numerosi meccanismi per spiegare l’associazione fra carne rossa e cancro al
colon-retto. Fra i potenziali fattori implicati vi sono:
– la generazione, durante la cottura ad alte temperature, di ammine eterocicliche (HCA)
idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
– l’aggiunta di nitrati e nitriti durante la lavorazione
– la presenza di ferro eme, che sembrerebbe mediare la formazione di composti cancerogeni
intestinali.
A tal proposito è stato ipotizzato che, poiché le diverse carni rosse contengono diverse quantità di
ferro eme, il rischio di cancro al colon-retto potrebbe variare a seconda del sottotipo di carne
assunta; un’ipotesi recente suggerisce ad esempio che vi sia uno specifico fattore infettivo bovino
coinvolto nello sviluppo di cancro al colon.
Varie tipologie di carne e rischio di CRC: la metanalisi
Una serie di studi epidemiologici ha indagato a proposito della correlazione fra assunzione di uno
specifico sottotipo di carne (manzo, vitello, agnello, maiale e pollame) e cancro al colon-retto.
Un’interessante metanalisi del 2015 ha raccolto e sintetizzato i dati provenienti da 23 studi
prospettici di coorte: diciannove hanno indagato le associazioni fra le tipologie di carne e il rischio
di tumore del colon-retto, colon e retto, quattro invece hanno esaminato il rischio di adenoma.
Confrontando la categoria di consumo più alta con la più bassa, è emerso che l’assunzione di
manzo è associata ad aumentato rischio di CRC e di tumore del colon, ma non del retto.
Anche elevati consumi di carni d’agnello hanno mostrato un aumentato rischio di CRC.
Non è emersa invece alcuna associazione rispetto al consumo di carne di suino, sebbene sia stata
osservata una certa eterogeneità fra gli studi.
Il consumo di carne di pollo invece non è risultato associato a rischio né di adenoma né di CRC.
Conclusioni
Negli ultimi anni, dato il largo consumo di carne rossa, specialmente in alcuni continenti (Oceania
e America per primi), e dato il costante aumento di malattie cronico-degenerative, come il
tumore, nella popolazione, si sono resi estremamente necessari studi che indagassero le relazioni
causali fra i due fenomeni.
Esperti e scienziati, dopo aver affrontato il tema da una prospettiva più lontana, concentrandosi
sul consumo generale di carne e rischio di cancro, ora stanno affinando la loro analisi, analizzando
le correlazioni fra uno specifico tipo di carne e il cancro al colon-retto.
Senza dubbio saranno necessari ulteriori studi ma la strada che si sta percorrendo è certamente la
migliore per personalizzare quanto più il trattamento, anche dietetico.
AUTORE
Dott. Fabrizio D’Agostino
- Laureato in Scienze Motorie
- Laureato in Biotecnologie per la salute
- Laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana
- Master in Dietetica Applicata allo Stile di Vita: dalla Sedentarietà all’Attività Sportiva
- Presidente della SIFA (Società Italiana Fitness e Alimentazione)
- Ideatore del software per l’allenamento Fitnessplay.net
- Ideatore del software nutrizionale Sifadieta.com
Bibliografia
“Meat, fish and dairy products and the risk of cancer”, nel report “Food, Nutrition, Physical
Activity and Prevention of Cancer: a Global Perspective”, WCRF, 2018.
“Meat subtypes and their association with colorectal cancer: systematic review and meta-
analysis”, Prudence R. Carr et al., International Journal of Cancer, 2015.
“Red meat consumption and cancer: reasons to suspect involvement of bovine infectious factors in
colorectal cancer” Zur Hausen H, Int J Cancer, 2012.